L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior.
Nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.
Tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell’inutil vita
estremo unico fior.
Sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.
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Il pianto del padre e antico come il dolore che gli uomini di tutti i tempi hanno provato di fronte alla morte. Emerge dal passato anche la figura del melograno, antico simbolo di fertilita, di rinascita e resurrezione. Nell’antichita la melagrana era anche simbolo di fertilita, di nuova vita ma anche, specie nell’arte rinascimentale italiana, in Donatello, Michelozzo, Verrocchio, Rossellino ed altri, il simbolo della melagrana, motivo ornamentale diffuso anche nella scultura, soprattutto sepolcrale e nell’architettura classica, era anche simbolo di morte. Quest’albero, che al termine dell’inverno appare secco e arido, tale da sembrare ormai morto, ecco che invece ricomincia a nascere al calore del sole primaverile e a mettere quei bei piccoli fiori, di un rosso intenso come quello del sangue vitale, che la giovane vita del piccolo Dante invano ha cercato di afferrare. Il melograno resuscitera a nuova vita; non cosi il bambino, ormai per sempre nella terra fredda e nera.