Una maestra in provincia di Forlì, in Emilia Romagna, ha sperimentato un metodo tutto suo per attirare l’attenzione degli alunni.
Indossa vestiti clowneschi e altrettanti occhialoni e parrucche per fare lezione. Ma non è l’unico abbigliamento; altre volte indossa vestiti da fata o da folletto: mai il grembiule da maestra o gli abiti con cui esce. Risultato: fa divertire i bambini che seguono le lezioni più volentieri.
A raccontare questa storia è il sito del Messaggero che riporta anche le dichiarazioni della maestra Manuela: “Se i bambini sono felici imparano meglio. Bisogna osservare i bambini a lungo, osservare e capire. Oggi abbiamo una generazione di bambini che ne sanno più di noi. Possono aprire un computer e imparare quello che vogliono. Però hanno una sensibilità maggiore di quella che avevamo noi da piccoli. Io credo che oggi il miglior insegnamento sia quello di orientarli, guidarli rispettando la loro individualità, nel rispetto degli altri, che non devono essere prevaricati“.
La tecnica del sorriso è sperimentata spesso e con successo negli ospedali. Chissà che la maestra Manuela non abbia voluto ispirarsi proprio a questa esperienza. Ammette che mette qualcosa di strano per attirare la loro attenzione, stimolare la loro curiosità. “La curiosità è la molla per imparare“, afferma. La clown terapia non è l’unica fonte di ispirazione. Lei si rifà anche ad alcune teorie montessoriane e inizia le lezioni con argomenti non didattici che interessano bambini: la figurina mancante, il racconto di quanto fatto il giorno prima. Poi fa decidere proprio ai bambini che cosa vogliono apprendere e si vota a maggioranza. “Insegno italiano, storia e inglese – dichiara la maestra – ma cerco di farlo in maniera trasversale. Magari mentre insegno italiano viene fuori anche qualcosa di storia. O qualche parola che è interessante tradurre anche in inglese. Chiedo ai bambini quale materia vogliono che insegni. Votano per alzata di mano e la maggioranza vince. Certo, non sempre è possibile ma cerco il più possibile di seguire le loro inclinazioni“.
Della Montessori ammira e si ispira proprio al senso democratico e al ruolo della scuola che deve educare i bambini a diventare cittadini del mondo. E infatti dichiara: “La Montessori fece una bellissima conferenza intorno al 1950 in Olanda: parlò del ruolo della scuola come strumento per aiutare i ragazzi a diventare cittadini del mondo. Una teoria assolutamente controcorrente in quel periodo, che fu osteggiata, forse anche perché lei era una donna. Ma assolutamente moderna, che oggi è oggetto di discussione e condivisione. Anche la filastrocca è uno strumento di lavoro efficace. E poi c’è il fattore del tempo. Per crescere, per imparare, ci vuole tempo“.