La disprassia è un Disturbo Evolutivo Specifico della Funzione Motoria che coinvolge diversi aspetti legati alla coordinazione motoria e alle funzioni adattive del soggetto, determinando, spesso, significative difficoltà nelle operazioni classiche della quotidianità. In Italia la disprassia non rientra propriamente tra i DSA, come si può evincere dalla legge 170/2010, mentre nei paesi anglosassoni è considerata un vero e proprio disturbo specifico dell’apprendimento. Un bambino con disprassia può presentare delle difficoltà nel vestirsi autonomamente, nell’uso della gestualità come forma di comunicazione degli stati emotivi, nella scrittura (disgrafia), nella lettura, etc.
Tali difficoltà sono indotte dalla lentezza nella coordinazione dei movimenti dello sguardo che, a loro volta, producono delle difficoltà di decodifica. Le maggiori difficoltà dei soggetti con disprassia consistono nelle scarse o assenti capacità di compiere operazioni in sequenza in maniera rapida e automatizzata, per tale ragione ci si riferisce a questo disturbo come a un’incapacità di eseguire azioni intenzionali finalizzate all’esecuzione di atti motori o altri scopi precisi. La disprassia non sempre accompagna un ritardo, ma l’allievo dal punto di vista cognitivo può essere nella norma.
I bambini disprattici, inoltre, presentano un’alta sensibilità al tatto, alla luce, ai rumori intensi, etc. rendendoli spesso irrequieti e poco propensi al dialogo educativo. Alla disprassia può essere associata un’ipotonia degli arti superiori, che provoca l’incapacità di utilizzare in modo adeguato le mani.
Tali disturbi percettivi e visuospaziali comportano problemi attentivi e dell’apprendimento, perché l’allievo disprattico non è in grado di copiare agevolmente dalla lavagna o prendere appunti di una lezione, ma necessita di tempi di esecuzione più lunghi rispetto alla norma.
L’alunno con disprassia, in genere, presenta le seguenti caratteristiche:
difficoltà nell’apprendimento;
disgrafia;
difficoltà nell’esecuzione di esercitazioni assegnate in classe;
lentezza, più o meno eccessiva, nell’esecuzione di compiti e nel raggiungimento di determinati obiettivi;
difficoltà di copiatura dalla lavagna;
difficoltà nelle discipline che richiedono l’uso di un linguaggio simbolico (matematica, chimica, fisica);
difficoltà nell’elaborazione soprattutto scritta;
difficoltà nel disegno.
Per gli alunni con disprassia, dietro presentazione della certificazione medica da parte dei genitori, è obbligatorio predisporre, ai sensi della citata legge n.170/2010, un Piano Didattico Personalizzato in cui vengano dettagliati gli strumenti compensativi e dispensativi.
Tra questi si segnalano: – riduzione dei compiti per contenuto, ma non per obiettivo; – evitare di prendere appunti copiando dalla lavagna; – evitare di scrivere sotto dettatura; – incentivare l’utilizzo dei notebook o dei tablet; – favorire delle verifiche orali programmate; – evitare la sovrapposizione delle verifiche orali; – aumentare i tempi delle verifiche scritte; – favorire le verifiche strutturate, anziché quelle a risposta aperta; – valutare le conoscenze e non le carenze; – valutare nelle verifiche scritte il contenuto, senza dare eccessivo peso alla forma; – promuovere l’uso del dizionario elettronico, da utilizzare anche durante le prove scritte; – ect.ect.