Galileo Galilei

GalileoGalileo Galilei (1564-1642), universalmente noto come il padre della scienza moderna, sancì attraverso i suoi studi l’universalità del rapporto causa-effetto nella ricerca scientifica. Tra i più grandi studiosi della storia dell’umanità, i suoi contributi spaziarono dalla filosofia all’astronomia, passando per la matematica.

Nato a Pisa e morto ad Arcetri (Firenze) nel gennaio del 1642, lasciò gli studi di medicina per la matematica di cui divenne docente all’Università di Pisa. Nel 1586, partendo dagli studi di Archimede, scoprì la “bilancetta” per determinare il peso specifico dei corpi ed iniziò ad appassionarsi al moto dei corpi in caduta.
A Galileo si deve la legge del pendolo (il tempo delle oscillazioni è costantemente uguale, qualunque sia la loro ampiezza): chi si reca nella Cattedrale di Pisa può ancora oggi ammirare, sospesa alla volta altissima del tempio, la lampada che con le sue oscillazioni ispirò al giovane Galilei proprio l’invenzione del pendolo come regolatore di un movimento meccanico.

In campo astronomico, studiò la teoria copernicana del moto planetario, apportando significative modifiche al telescopio e pubblicò le prime due leggi del moto planetario. Osservò la luna e scoprì i quattro satelliti di Giove. In generale, attraverso il metodo scientifico sperimentale (chiamato anche metodo galileiano) rivoluzionò il modo di indagare il reale, fondandolo non più sull’osservazione diretta della natura, ma sull’uso di strumenti scientifici.

Fra le sue opere annoveriamo il Sidereus-Nuncius del 1610; Il Saggiatore datato 1623 e i Dialogo sui Due Massimi Sistemi del Mondo (Tolemaico e Copernicano).

Convinto sostenitore dell’indipendenza della scienza dalla fede, la sua sconfessione della teoria tolemaica, messa a confronto con quella copernicana nel Dialogo sui due Massimi Sistemi del Mondo, lo fece entrare nel mirino dell’Inquisizione, di fronte alla quale, accusato di eresia, fu umiliato e costretto ad abiurare le sue teorie. A tre secoli e mezzo dalla sua morte, la Chiesa riconobbe come ingiusta quella condanna.

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