Il razzismo è un atteggiamento che si assume di fronte al disprezzo di popolazioni diverse che hanno usi e costumi differenti. Esso è la convinzione che gli uomini siano diversi tra loro secondo la razza a cui appartengono. Ed è proprio per questo che si ha una divisione dell’umanità in razze “superiori” e razze “inferiori”, rassegnate ad essere discriminate o sfruttate. Le prime forme di razzismo incominciarono a svilupparsi intorno al XVII, ma già anticamente nella storia dell’umanità c’era spesso un disprezzo nei confronti di culture diverse. Per esempio già gli antichi greci e romani disdegnavano i popoli stranieri definendoli “barbari” poiché non avevano credenze uguali alle loro.
Le prime discriminazioni vere e proprie le abbiamo in seguito alle scoperte geografiche e al colonialismo. In questo periodo si affermò la convinzione che il progresso (intellettuale, scientifico, economico, politico) fosse un’esclusiva prerogativa dei bianchi e che gli altri popoli non potessero conseguire gli stessi risultati a causa di una differenza biologica.
A partire dalla seconda rivoluzione industriale il razzismo ebbe un’ampia diffusione in Europa, a causa dello sviluppo del nazionalismo. Ma le teorie razziali presero forma con lo scoppio della prima guerra mondiale e si diffuse il mito della “razza ariana” che provocò il genocidio degli ebrei da parte dei nazisti. Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo la scoperta degli orrori della Shoah, un ruolo fondamentale nella battaglia contro il razzismo è stato attribuito all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), fondata nel 1945 anche per “salvaguardare le generazioni future dalla sciagura della guerra e dal razzismo”.
Nel 1965 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite votò una Convenzione internazionale che definì discriminazione razziale “ogni differenza, esclusione e restrizione basata sulla razza, il colore della pelle, la discendenza e le origini nazionali o etniche, che abbia lo scopo o l’effetto di annullare o rendere impari il riconoscimento, il godimento o l’esercizio su uno stesso piano dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella sfera politica, economica, sociale, culturale o in ogni altra sfera della vita pubblica”. Al giorno d’oggi le prime discriminazioni avvengono nei confronti delle persone di colore, ma nonostante questo ci sono stati sviluppi enormi e per esempio proprio in questi mesi è stato eletto come nuovo presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, uomo di colore. Questo è un augurio che tutto queste forme di razzismo un giorni cessino di esistere. Un film che rappresenta al meglio tutti questi temi è “Lettere dal Sahara” in cui viene descritta l’avventura di un giovane senegalese costretto ad emigrare dalla sua terra natale per cercare lavoro. Questo ragazzo, di nome Assane, gira per l’Italia ed infine si reca a Torino dove riesce a trovare lavoro grazie ad una professoressa, che insegnava l’italiano agli extracomunitari. I due si affezionano ma una sera Assane viene rincorso e gettato nel fiume da dei ragazzi italiani poiché non accettavano l’dea di dover condividere con un ragazzo diverso da loro per il colore della pelle. Così Assane decise di ritonare nel suo paese perché era stanco di queste discriminazioni. Questo film è molto educativo proprio perché spiega il razzismo al giorno d’oggi. Ma la cosa che sconvolge di più è che il ragazzo senegalese era anche laureato ma comunque costretto a lavorare per strada. Questo film deve farci riflettere sul fatto che è inaccettabile che un ragazzo venga trattato così, per questo dobbiamo lottare ancora per molto ma io spero che un giorno questo finisca e vari popoli riescano a convivere insieme.
[Fonte Mack_be]