Il feliciometro

feliciometroAlcuni insegnanti di una scuola primaria a Milano si sono ingegnati per misurare il livello di felicità dei loro alunni in classe e hanno inventato il “feliciometro”.

Hanno preso un cartellone, lo hanno appeso nell’atrio principale della scuola; hanno disegnato sopra faccine con quattro espressioni; hanno posto sotto delle bottiglie all’interno delle quali i bambini devono inserire i loro voti. Per aiutare i bambini a capire e riconoscere lo stato d’animo, viene distribuito loro un questionario formulato alla loro portata.

I maestri hanno ricordato che è proprio la scienza a ricordare con molte ricerche quanto migliori il rendimento quando si lavora in un ambiente confortevole. Poiché la scuola nella quale insegnano è diventata, a loro dire, fra le prime ad essere molto attenta ai temi dell’accoglienza e dell’inclusione, non potevano che agire in questa direzione.

Il diritto alla felicità è addirittura contemplato nella costituzione americanaFelicità e serenità, infatti, sono i sentimenti che predispongono meglio all’apprendimento, al restare nel luogo in ci si trova, al sentirsi a proprio agio. I docenti hanno pensato di rendere materiale questo principio, usando gli strumenti tipici della scuola e il linguaggio più adatto ai bambini.

Il feliciometro favorisce gli apprendimenti, perché è in grado anche di motivare i ragazzini alla partecipazione a scuola ed è in grado – come raccontano sempre i docenti al quotidiano finanziario – di favorire gli apprendimenti “reali”, quelli indelebili che rimangono oltre la verifica, la scheda o il voto. Da molti anni bambini con storie e provenienze disparate trovano in quella scuola un ambiente accogliente e sensibile ai loro vissuti e trascorsi.

Per spiegare meglio il progetto ai bambini, i è stato realizzato un video. Sono infatti convinti che le emozioni dei più piccoli vengono spesso in superficie e basta saperle interpretare: una risata soffocata, un sorriso, un volto crucciato. “L’obiettivo – raccontano ancora i docenti – non è solamente capire quanto i ragazzi stiano bene a scuola, in relazione alle diverse e complesse variabili in gioco, ma anche quello di riflettere, progettare ed intervenire sugli aspetti che possono essere modificati direttamente da noi, insegnanti e alunni“. La felicità delle bambine e dei bambini è “un aspetto che ci sta davvero a cuore. Insomma – concludono – la nostra è una scuola al servizio della felicità!”.

BREVE CARTA DEI DIRITTI DI UNA SCUOLA FELICE
Ho diritto di essere felice a scuola.
Ho diritto di avere insegnanti preparati, competenti e sorridenti!
Ho diritto di fare domande, di aver voglia di imparare.Sempre!
Ho diritto di venire accolto con il mio personale bagaglio, che c’è sempre – è presente – ed è fonte di ricchezza.
Ho diritto di giocare! E’ un’esperienza fondamentale della vita (non solo umana). Non dimentichiamolo!
Ho diritto di oziare (si, ogni tanto anche a scuola!) e di “perdermi” nei miei pensieri (che ci sono, al di là delle schede, dei voti e delle verifiche!).
Ho diritto di avere insegnanti che non abbiano paura (ma poi, paura di cosa?) di giocare con me! Possiamo imparare tanto insieme!
Ho diritto di avere una scuola in cui tutti questi diritti siano un tesoro da proteggere, non un’utopia da raggiungere!
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