Il culto degli antenati fra gli Etruschi

La famiglia per gli Etruschi era tutto, la sua unità e solidità ha costituito il fondamento della loro storia civile e sociale. Fu verso la metà dell’VIII secolo avanti Cristo che il ceto emergente si diede un’organizzazione gentilizia. Basta guardare il bellissimo carrello bronzeo proveniente da Bisenzio per capire che, già da allora, la famiglia garantiva la continuità dei diritti acquisiti a tutti i membri del nucleo. Vi sono raffigurati la madre con una brocca, il padre con elmo e lancia, il figlio con lo scudo.

etruschi

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Le armi erano attributi dell’aristocrazia; il fatto che le possedessero sia il padre che il figlio è rappresentazione di continuità. L’aristocrazia non perse del tutto le sue prerogative neppure con la decadenza del V secolo, quando le abitudini delle famiglie aristocratiche si estesero anche al ceto medio. Tra queste vi era l’uso del gentilizio di fianco al nome, che a partire dal IV secolo è corredato anche da quello della madre, indice della grande importanza attribuita alle donne. Esse banchettavano sdraiate nello stesso letto con i mariti, venendo rappresentate in quell’atteggiamento nelle pitture tombali e nei coperchi di sarcofago.

La tomba era la rappresentazione massima del prestigio familiare. La sua suggestiva monumentalità pubblicizzava il lusso e la ricchezza dei proprietari, che vi deponevano i defunti in compagnia di armature, carri, preziosi gioielli, ricche suppellettili da banchetto. Nella tomba il nucleo familiare restava unito anche dopo la morte, e non sono rari i casi in cui si ponevano le immagini degli antenati a tutela della famiglia. Di certo i vivi eseguivano periodicamente cerimonie presso le tombe. Lo testimoniano le grandi terrazze sopra i tumuli o quelle sopra le tombe rupestri della Tuscia. Ma il rituale funebre comprendeva in primo luogo la fastosa processione dalla città al sepolcro, scandita dal ritmo dei lamenti dei familiari, e poi spettacoli sportivi e ricchi banchetti. Non mancano segni di culto degli antenati anche in ambito domestico. Le statue poste sulla sommità del palazzo signorile di Murlo erano con molta probabilità immagini di antenati. E non è escluso che tali effigi trovassero posto anche all’interno delle ricche abitazioni, come avverrà poi nelle case romane.

da «Bell’Italia», G. Mondadori

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